La comunità europea sta progressivamente allineando le proprie legislazioni per permettere il libero mercato a livello comunitario: ciò implica che i prodotti devono garantire equivalenza qualitativa e prestazionale per pari livelli per poter essere immessi sul mercato.
Nell'ambito della sicurezza antieffrazione, nel febbraio 2000 sono entrate in vigore in Italia le norme UNI ENV 1627-1628-1629-1630 allineando la normativa italiana alla nuova nata norma europea, mettendo nel cassetto la norma UNI 9569, che era stata di riferimento dal 1989.
La normativa europea è costituita da quattro norme: ENV 1627, ENV 1628, ENV 1629, ENV 1630, che definiscono la classificazione delle chiusure antieffrazione, i requisiti richiesti ed i metodi di prova.
I prodotti che si intendono classificare e commercializzare in base a tale normativa, devono superare una "prova di tipo" presso un Istituto di prove. Quindi devono sottostare a periodici controlli di progettazione, per garantire la conformità dalla linea di serie al campione iniziale provato.
La norma richiede che il campione sia sottoposto per la sua qualificazione a tre tipi di prove della resistenza:
Solo i campioni che hanno superato positivamente tutte queste prove possono essere definiti certificati.
mettono spesso in luce le carenze progettuali delle strutture sottodimensionate in alcuni particolari anche di poco conto, che possono invalidare la resistenza di tutta la struttura
simulano l'attacco eseguito da un malintenzionato secondo specifiche strategie di attacco e con un ben preciso set di strumenti da scasso a disposizione. Il tempo di resistenza del campione sottoposto a prova e la tipologia degli strumenti utilizzati durante l'effrazione sono definiti in base alla classe di resistenza che il prodotto vuole raggiungere.
È importante sottolineare che il tempo operativo di prova è estremamente lungo, in riferimento alla situazione reale di scasso. Infatti il ladro, nella realtà, non opera continuamente al massimo delle sue forze, ma ha dei momenti di controllo dell'ambiente circostante e di verifica della messa in allerta del dispositivo antifurto o di persone che si sono rese conto dell'effrazione in corso.
avviene applicando la forza prevista per un tempo di un minuto, tramite specifici blocchi di pressione nei punti di prova previsti, che sono:
Il risultato della prova è il valore della deformazione indotta sull'anta dal carico applicato: I carichi applicati vanno da un minimo di 3 KNewton fino a 15 KN (da 300 a 1500 Kg), in base al punto di prova ed alla classe del prodotto mentre le deformazioni ammesse variano a loro volta da 8 mm fino a 30 mm.
si esegue per le classi di resistenza 1, 2 e 3, colpendo la porta con un carico di 30 Kg realizzato mediante una sacca in cuoio riempita di sabbia, fatto oscillare tramite un cavo di acciaio lungo un metro e mezzo, da un'altezza di 0,8m (classi 1 e2) e 1,2 m (classe3). La prova non si effettua per le classi da 4 a 6, perchè risulta meno gravosa delle prove statiche. I punti di impatto sono sugli angoli delle ante ed al centro.
Prevista per le classi da 2 a 6, simula una prova di attacco reale, effettuato da personale specificamente preparato. La prova è preceduta da un pre test; entrambe le prove vengono registrate dall'Istituto di prova su cassetta video. In relazione al pre test vengono scelte per l'attacco le aree più deboli individuate fra le seguenti aree:
In funzioni della classe sono richiesti tempi netti massimi operativi di attacco da 3 a 20 minuti, mentre i tempi totali, che includono i tempi per le preparazioni degli attrezzi, di osservazione e di riposo vanno da 15 a 50 minuti. Gli attrezzi impiegabili sono individuati in 5 gruppi distinti, per tipologia, dimensioni e potenza, ciascun gruppo per impiego in funzione della classe di resistenza richiesta.
La norma definisce i requisiti per le serrature ed accessori meccanici, in relazione alla classe del prodotto. Definisce anche le variazioni di dimensioni ammesse per la trasferibilità dei risultai della prova dal prodotto testato ad altro variato solo per le dimensioni. Nella tabella elenchiamo le sei classi con il riferimento alla tipologia di malfattore a cui è previsto che possa resistere e la tipologia di impiego per cui si ritiene adatta.
Classe | Procedura | Esempi di utilizzo |
---|---|---|
1 | Lo scassinatore principiante tenta di forzare la porta usando violenza fisica, ad es. spinte, urti, spallate, sollevamento, strappo. | Porte caposcala con rischio normale, porte di magazzini di merce di basso valore intrinseco. |
2 | Lo scassinatore occasionale cerca di forzare la porta usando attrezzi semplici, ad es. cacciaviti, tenaglie, cunei. | Porte caposcala con rischio considerevole, uffici di edifici industriali, ville. |
3 | Lo scassinatore tenta di entrare usando, in aggiunta a quanto sopra, un cacciaviti e un piede di porco. | Porte caposcala con rischio considerevole, uffici di edifici industriali, villette signorili. |
4 | Lo scassinatore esperto usa, in aggiunta a quanto sopra, seghe, martelli, accette, scalpelli e trapani portatili a batteria. | Uffici di banche, orologerie, ospedali, impianti e laboratori industriali, ville signorili. |
5 | Lo scassinatore esperto usa, in aggiunta a quanto sopra, attrezzi elettrici, trapani, seghe e sciabola, mole ad angolo con un disco massimo di 125 mm di diametro. | Banche, orologerie e gioiellerie, protezione di documenti riservati, ambienti militari in genere ad ambasciate. |
6 | Lo scassinatore esperto usa, in aggiunta quanto sopra, attrezzi elettrici con alta potenza, trapani, seghe a sciabola e mole ad angolo con un disco di 230mm di diametro, al massimo. | Banche, orologerie e gioiellerie, impianti nucleari, protezione di documenti riservati, ambienti militari ed ambasciate. |
Tutti i modelli di porte blindate DIGIEMME hanno superato i test ambientali di resistenza al vento, permeabilità all'aria e tenuta all'acqua previsti dal protocollo di marcatura CE; inoltre, grazie ad opportuni kit a richiesta, ogni modello può garantire valori di isolamento acustico pari a 39 dB e di trasmittanza termica pari a 1,5 W/(m2k).
Gli infissi Vega in classe 6 rispondono ai requisiti previsti dalla marcatura CE dei serramenti oscuranti avendo superato le prove di resistenza al vento secondo la norma UNI EN 1932 e UNI EN 13659.
Le prestazioni ambientali ed antieffrazione degli infissi in acciaio sono specificate nelle schede tecniche dei prodotti e sono frutto di accordi contrattuali tra JANSEN C.P. SISTEMI e DIGIEMME SRL.